fotografi famosi @gabriele donati fotografo

Membri dell’agenzia fotografica Magnum

CHI CREDE CHE QUESTO SIA UN TUTORIAL SU COME DIVENTARE UN FOTOGRAFO FAMOSO, CHIUDA LA PAGINA IMMEDIATAMENTE.

Se volete diventare famosi, basta uccidere il proprio datore di lavoro inneggiando a qualche dio a caso. Se volete sentirvi fotografi, attualmente basta un telefono e l’iscrizione a qualche social.

Ma se volete entrambe le cose, mi spiace dirvelo, non ho la ricetta.

Qualche anno fa visitai la mostra di Josef Koudelka a palazzo delle Esposizioni a Roma, un’anteprima mondiale alla quale non potevo mancare anche perché è considerato uno dei fotografi più dotati della sua epoca ( Ferdinando Scianna l’ha definito il più dotato ).

KOUDELKA È IL MOTIVO DI NOTTI INSONNI DI PERSONE CHE COME LUI VORREBBE DIVENTARE UN FOTOGRAFO FAMOSO. 

Ragazzi che fanno gavetta, professionisti e non, spesso pensano che lo stile di vita di Koudelka sia la ricetta per fare fotografie importanti e famose.  Viveva letteralmente con un sacco a pelo ed una macchina fotografica (ora un po’ meno visto che ha 80 anni).

Fu uno dei più importanti fotografi durante la primavera di Praga, le sue fotografie rimasero anonime per parecchio tempo, in quanto riuscì a farle pervenire per canali clandestini all’agenzia Magnum che le pubblicò con lo pseudonimo “fotografo di Praga” per evitare rappresaglie a Koudelka ed alla sua famiglia.

 

Il punto di tutto questo qual’è?

CREDIAMO CHE ESISTA UNA RICETTA PER FARE FOTO INCREDIBILI E CHE TUTTO SIA FINALIZZATO A DIVENTARE FAMOSI. MA SIAMO SICURI CHE VIVERE IN UN SACCO A PELO ED UNA MACCHINA FOTOGRAFICA SIA LA RICETTA PER TUTTO QUESTO? 

Nel caso di Koudelka, il sacco a pelo e la vita da nomade non era il presupposto per foto incredibili, ma la conseguenza di tutto questo.

 

Quando è la passione che ti guida, tutto quello che c’è attorno sparisce: i soldi, la fama non sono interessanti se quello che fai è guidato dalla pura passione. Certo col cazzo che dico di no se mi pagano bene per fare quello che mi appassiona. Ma il denaro è una conseguenza di quello che faccio, non il motore.

 

Detto questo, significa morire di fame per fare qualcosa con passione?

Questa è un’altra cazzata, Lartigue per esempio è stato “scoperto” molto tardi, quando ormai gran parte della sua opera era già partita. Nel frattempo cosa doveva fare? Mangiare pietre?

 

Alla fine credo serva molta onestà con sé stessi, la convinzione non basta, serve la voglia e la capacità per fare una cosa. Se poi si diventerà famosi, sarà solo un effetto collaterale.